LA MORTE DEL PADRE NELL’ETA’ CRITICA DELL’ADOLESCENZA. RISCHI DI COMPLICANZE E SOSTEGNO PSICOLOGICO
Dott.ssa Romina Galmacci
Psicologa clinica- -Specialista in “Addictive Behaviours e Patologie Correlate”
La morte di un genitore rappresenta un evento travolgente in qualsiasi momento della vita avvenga, anche se è ovvio che la capacita’ di gestire la perdita varia in base all’eta’ anagrafica e alla maturita’ emotiva di ogni persona.
Possiamo dire che il lutto da adulti, ad esempio, quando si vive la morte di un genitore anziano, si puo’ affermare che pur essendo dolorosa, rientra nell’ordine naturale degli eventi. Quando la perdita della figura genitoriale viene subita nell’eta dell’adolescenza invece si configura come una esperienza di dolore particolarmente difficile da affrontare, visto il ragazzo/ragazza si trova in una fase della sua crescita critica e delicata , caratterizzata da una profonda confusione, da forti cambiamenti di ordine sia fisico che psichico, durante la quale risulta difficile definire emozioni e sentimenti legate ad una perdita cosi’ significativa. In ogni modo va detto che se l’adolescente verra’ supportato psicologicamente in modo adeguato nella esplorazione e nella successiva fase di elaborazione del lutto,., riuscira’ a investire nuove energie verso un nuovo progetto di vita e a approcciarsi all’esistenza con una prospettiva piu’ profonda e matura, perche’ sperimentare il dolore in prima persona cambiera’ inevitabilmente il suo modo di pensare , sentire e relazionarsi con gli altri.
Quali sono i quattro stadi del dolore o lutto nell’adolescenza?
Il lutto è una reazione normale ed inevitabile alle perdita di una persona cara . Esso si articola in in quattro stadi come avviene per gli adulti :
1) Fase dello shock, caratterizzata dallo stordimento e della confusione in cui l’individuo è prova un gran senso di vuoto, e si sente come intorpidito dietro un muro di vetro che lo separa dal mondo;
2) Fase della negazione , caratterizzato dai ricordi accompagnati da lagrime e da forti sentimenti contrastanti di dolore, perdita, sensi di colpa e da cio si avrebbe voluto dire e non si è detto ;
3) Fase della rabbia in cui la persona si chiede perche’ il lutto ha colpito proprio lui/lei e è pervasa da un senso di ingiustizia e da sentimenti di rabbia;
4) Fase della depressione, in cui la persona disperata sperimenta i sintomi propri della depressione piu’ profonda;
Cosa contraddistingue il lutto per il proprio padre di un adolescente da quello sperimenta una persona adulta?
Per una persona adulta sicuramente è doloroso e triste affrontare la morte del proprio padre, ma per un soggette adolescente è ancor piu’ complicato viene a perdere non solo un grande affetto ma il suo mentore, colui che rappresenta la Legge, la Norma, pertanto colui che lo avrebbe dovuto guidare ( attraverso la sua funzione normativa e contenitiva ) nella sua crescita, nel passaggio da uno status di bambino ad uno adulto.. .
L’adolescente potra’ provare reazioni contrastanti al’inizio, oscillando tra tristezza e rabbia, altre volte con il fine di non affrontare il dolore, potra’ negare del tutto la sofferenza legata al lutto, facendo ricorso a massicci meccanismi di negazione
Inoltre se la perdita del padre si manifesta in maniera improvvisa ( incidente stradale, infarto, suicidio) la prima fase del lutto, quella dello shock si estendera’ temporalmente oltre i tempi fisiologici, e l’adolescente cadra’ in una prolungata condizione caratterizzata dal senso di irrealta’, spinto dal bisogno di rifugiarsi in un mondo parallelo ( del “come se”) , come se nulla fosse avvenuto.
Quali sono i sintomi del lutto nell’adolescente che ha perso il proprio padre?
I sintomi del lutto nell’adolescenza sono contrastanti: passando da stati di rabbia a stati di dolore, dalla tristezza ai sensi di colpa, dal senso di impotenza a quello di inutilita’. Se volessimo fare un elenco dei vari sintomi del lutto nell’adolescente sono :
- difficolta’ di codificazione, ossia di definizione e verbalizzazione delle emozioni e dei sentimenti connessi alla grave perdita;
- oscillazione tra sentimenti di dolore e tristezza;.
- talora negazione del dolore legato al lutto;
- sensi di colpa legati da lui/lei alla rabbia provata prima della perdita del padre e connessa alla ribellione che caratterizza la fase evolutiva sta attraversando, il cui esito è ritenersi inconsciamente responsabile per la morte del genitore. Tali sentimenti di autocolpevolizzazione talora sfociano nella rimozione dell’aggressivita’ percepita dal ragazzo/a distruttiva e altre volte invece in condotte ed atteggiamenti autolesivi e di espiazione finalizzati a punirsi inconsciamente;
- amplificazione dei sentimenti di impotenza per un nuovo cambiamento si va ad aggiungere agli altri caratterizzano l’eta’ sta attraversano, dettato dalla perdita della figura genitoriale;
- sensazione che una parte di se stesso, che faceva parte integrante della sua persona , sia stata strappata via:
Quali sono i fattori che favoriscono l’elaborazione del lutto nei soggetti adolescenti?
Uno degli aspetti fondamentali che influenzera' l’elaborazione della perdita del padre è rappresentato dalle modalita’ di comunicazione preesistenti nel gruppo famiglia.
L’ adolescente al fine di superare il dolore della perdita di un lutto cosi grave dovrebbe:
1) accettare la rabbia ed il proprio dolore legate al lutto e il fatto che non si sentira’ piu’ lo stesso dopo una perdita cosi’ importante e che essa in ogni modo lascera’ una impronta profonda nella sua vita, ad esempio dovra’ mettere in conto che la consapevolezza della perdita e la conseguente tristezza per la perdita del genitore riverra’ a galla (anche se in forma piu’ lieve , perche’ con il trascorrere del tempo il rapporto con il dolore cambiera’) in particolari occasioni importanti, in cui il genitore deceduto ovviamente non potra’ essere presente ,come compleanni, cerimonie scolastiche ( diplomi, lauree) , natale, pasqua, capodanno, eventi sportivi, viaggi, , matrimoni; riaccendendo transitoriamente un forte dolore che si ripresentera’ ma con intensita’ attenuata , man mano gli anni trascorreranno;
2) il clinico dovra aiutare l’adolescente a non negare il proprio dolore , ma ad accettare sia la rabbia che la tristezza e a incoraggiarlo ad esprimerli, aiutandolo a codificare queste emozioni
3) non trattenere il pianto, che è uno sfogo naturale del dolore e se l’adolescente avverte il bisogno di apparire forte e coraggioso di fronte agli altri, che lo faccia negli spazi privati ogni volta ne sente la necessita;
4) non tenere la sofferenza dentro se’ stesso, ma aprirsi il piu’ possibile con i familiari e gli amici piu’ stretti, con il fine di condividere con gli altri un momento critico e molto duro caratterizzato da un’ esperienza di dolore devastante, da alti e bassi, da paure, perche’ le emozioni e i sentimenti negativi non vanno soffocati, rifuggiti ma espressi in modo da non esserne travolti.
5) aprirsi anche con la propria madre , parlando di cio’ che è successo, in modo da condividere i sentimenti di dolore reciproci. In merito a tale aspetto, va evidenziato che la maggior parte degli adolescenti sono riluttanti a farlo per il bisogno di proteggere la figura materna dalla sofferenza e quest’ultima percependo distanza , non prova la spinta ad aprirsi con il figlio adolescente per non turbarlo con il risultato che madre e figlio/figlia adolescente si isoleranno nel loro dolore.
6) accettare la nuova realta’ di una vita senza il proprio padre accanto e magari cercare un mentore ( uno zio, un amico piu’ grande di eta’) che possa sostenere e fare da guida all’adolescente, fornendogli consigli sociali, organizzativi o finanziari;
7) far tesoro dei ricordi, dei bei momenti passati con il proprio padre e condividerli con gli altri in modo lo conosceranno attraverso i propri racconti.
5) Fase dell’accettazione della perdita in cui la persona riesce a metabolizzare il dolore, a riprendere il contatto con il mando e a trasformare la persona perduta in presenza interiore, rendendosi conto che la vita deve proseguire.
Perche’ l’adolescente che perde un padre rischia un blcco evolutivo ( Break down)?
L’adolescente vive un periodo di passaggio da un status di bambino ad uno di adulto in cui si ritrova ad affrontare il confronto/scontro con le regole e la Legge paterna per , ricorrendo ad una metafora “uccidere i genitori interni” con il fine , in una fase finale, darsi in modo autonomo un modello normativo identificatorio, ossia in parole semplici , delineare i confinit della propria personalita adulta, diversa da tutte le altre, solidificarla e fissare i propri obiettivi di vita .
Si tratta di un periodo critico, ma fisiologico e necessario per diventare adulto caratterizzato da cambiamenti, turbamenti, sbalzi di umore, irritabilita’ e dall’ambivalenza continua tra due polarita, ossia da comportamenti che oscillano tra attaccamento/dipendenza dai genitori e ribellione verso di loro e le regole familari che si manifesta con atteggiamenti e comportamenti aggressivi e trasgressivi. Con la morte del padre, che rappresenta la Norma, La Legge, a seconda di quale tra le due polarita’ avra’ la prevalenza, l’adolescente potra’ avere due reazioni:
a) attivare meccanisimi massicci di diniego e annullamento per negare e reprimere il dolore ;
b) o viceversa attivare meccanismi di difesa di isolamento, chiusura in se’, manifestando gravi sintomi depressivi:
In entrambi i casi, le due reazioni non sarebbero adeguate, e va sottolineato che l’adolescente, se non adeguatamente sostenuto, dopo la morte di un genitore, in particolare del padre, vivendo gia’ come poc’anzi evidenziato, la fase forse piu’ critica della vita, rischia un blocco evolutivo, definito nel linguaggio psicologico “break down”.
Il genitore superstite, quindi la madre dovra’ fare attenzione ai segnali di disagio del ragazzo/a quali:
- atteggiamenti inusuali di tipo eccessivamente protettivo;
- difficolta’ nel sonno;
- irrequietezza;-
- problematiche nel rapporto con il cibo;
- calo nel rendimento scolastico;
- allontanamento dai rapporti con i coetanei/e;
- deterioramento delle relazioni con i familiari;
- atteggiamenti aggressivi;
- abuso di alcool.
Quando ricorrere ad una consulenza professionale?
La perdita di un padre puo’ causare come sopra esposto un blocco evolutivo, soffocare le emozioni nel soggetto adolescente, influenzare in modo negativo il modo in cui si percepisce e talora lo stesso incontra difficolta’ nel fronteggiare il dolore e lo stress causati dalla morte del proprio padre, tanto da sentirsi molto depresso, aver pensieri suicidari, ricorrere ad alcool o droghe per lenire il dolore. In questo caso è necessario che l’adolescente cerchi un supporto psicologico.
Va specificato che la presa in carico di un adolescente prevede l’aiuto al gruppo famiglia, inteso come una risorsa concreta preziosa, per poter favorire nell’adolescente l’elaborazione della perdita. favorendo in lui/lei una riformulazione di un nuovo progetto di vita. La reazione del contesto familiari al lutto fornisce al clinico l’idea della natura dei codici affettivi che lo connaturavano. In particolare lo psicologo dovra’ aiutare la madre a incarnare la funzione normativa che prima spettava al padre, nonostante la sua condizione di depressione e turbamento legata alla perdita del marito
Va evidenziato che a seconda delle esigenze specifiche del paziente, va affiancato un trattamento farmacologico a base di antidepressivi o stabilizzatori dell’umore che valutera’ uno psichiatra. Il percorso psicologico che richiedera’ tempo e l’impegno da parte del/della paziente ha il fine di aiutare l’adolescente ad affrontare il dolore della perdita, talora, per arrivare all’obiettivo finale che consiste nella accettazione della morte del proprio padre e nella conseguente interiorizzazione della sua presenza nel proprio cuore.
Gli obiettivi del percorso sono::
- rassicurare l’adolescente che i sentimenti ed emozioni nuovi che avverte come rabbia, tristezza, pianto, apatia, nostalgia, sensi di colpa, paura e senso di inutilita’ son normali e comuni a tutte le persone e invitarlo a esprimerle e a non soffocarle perche solo condividendole si attenuera’ con il tempo il dolore;
- spiegare che non c’è niente di vergognoso a soffrire ma che è anzi il segno chee esprime l’amore per il padre che è scomparso;
- trasmettere all’adolescente che è necessario imparare a convivere con il dolore riprendendo sforzandosi la sua routine abituale ( scuola, attivita’ sportive, frequentazione amici ). Spiegare al paziente che trattandosi di adolescenti che non hanno sperimentato un dolore cosi grande si troveranno di certo a disagio e tenderannno a fare finta di nulla amplificando il suo senso di solitudine e incoraggiarlo/a a spezzare lui/lei l’imbarazzo parlando del piu’ e del meno, senza prenderla sul personale, semplicemente dicendogli che non sono in grado vista ‘ l’eta di essere fonti di sostegno emotivo, per cui sono indicate persone piu’ mature, come parenti e familiari );
- Invitare l’adolescente a uscire dall’isolamento dagli altri e a riaprirsi alla vita e a concentrarsi sugli affetti , ( madre e parenti e amici veri) con cui fare chiacchierate, passeggiare, pranzare, e trascorrere del tempo, Va sottolineato che il sostegno e l’ affetto delle persone care rappresenta una risorsa preziosa per rinnovare la motivazione ad andare avanti nella vita e per adattarsi con il tempo ad una vita diversa da prima;
- invitare l’adolescente a prendere contatto con propri sentimenti di dolore, mancanza, nostalgia, di tristezza , di rimpianto, e condividerli con il clinico , esprimendoli sino che il /la paziente non sara stanco di ripetersi e sottolineare se si intravede che stenta a trattenere le lagrime, che piangere non è una vergogna ma un modo per sfogare il dolore. Tale tappa del percorso definibile di comunicazione- condivisione del dolore permette sia di colmare il vuoto che di simbolizzare in modo tale da non creare un nodo inaccessibile e dolorose nella memoria del/della ragazzo/ragazza;
- mettere in discussione i sensi di colpa nutriti dal paziente che inconsciamente talora si sente responsabile della morte del padre, ricorrendo alla logica e dimostrando non hanno basi razionali;
- affrontare il lutto del padre come un evento da far divenire memoria. Oltre agli aspetti emozionali, il clinico chiedera all’adolescente di raccontargli i ricordi e i momenti piu’belli trascorsi con proprio padre .Anche questa è una delle tappe chiave del percorso perche’ tirando fuori il dolore e condividendo i ricordi , avra’ modo di non sentirsene piu’ travolto, ma di elaborarli e di cambiare il rapporto con la perdita, riuscendo gradualmente , man mano il lavoro di contatto e condivisione delle emozioni procedera’ , di integrare la figura paterna nel proprio mondo interiore, recuperando cosi un legame con lui in un modo tutto nuovo.
Per perseguire il fine di far divenire la perdita memoria, lo psicologo potra’ :
a) proporre all’adolescente di fare insieme un album di ricordi, una sorta di collage di quelle fotografie da selezionare che sono testimonianza di momenti speciali, invitandolo a scrivere sotto ciascuna di esse una frase o un aneddoto ad esempio;
b) oppure potra’ chidere al ragazzo/a di scrivere un diario intimo che parli direttamente al padre, per consentirgli di dar voce a tutti i pensieri e le emozioni che non ha fatto in tempo a esprimergli , per varie ragioni .
La Dott.ssa Galmacci (psicologa clinica – Specialista in “Addictive Behaviours e Patologie Correlate” Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma) riceve su appuntamento, presso lo St. Tutela Medici Estetici (T.M.E.), Via Paolo Bentivoglio n° 41 ( p. 2° - int.13) 00165 Roma , lo St Medico Longo, Via dei Savorelli °24 00165 Roma ( 06/636672) il Cassia Physio Center, Via Valle della Storta n° 23/a 00123 Roma (centralino 06/30896538) http://www.fisioterapiacassia.it/psicologia/psicologia)
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